MIRALUX

 
 
 

 SCUDO FISCALE: DALLA SVIZZERA
 
Se siete tra coloro che hanno escogitato nel passato stratagemmi per ridurre la pressione fiscale attraverso la creazione di “black”, prudentemente e gelosamente custodito presso una banca estera, è giunta ora l'opportunità di riflettere sul da farsi.

Recentemente, sulla stampa internazionale sono stati spesi fiumi d'inchiostro, a volte sconfinante in terrorismo psicologico, per convincervi di optare per una scelta in questa direzione, ovvero di rimpatriare i capitali giacenti su banche estere. Il caso Liechtenstein /fisco tedesco e, più recentemente, il caso UBS/fisco americano, hanno sicuramente contribuito a disorientare la clientela delle banche.

La crisi finanziaria internazionale ha dato avvio alla caccia ai paradisi fiscali, facendo le prime ‘vittime’, cosicché in Svizzera continua ad aumentare la pressione sul celeberrimo segreto bancario.

Ultimamente il Liechtenstein si è detto pronto a collaborare in materia di evasione e frode fiscale; poco dopo anche Andorra e Belgio hanno annunciato di voler allentare il proprio segreto bancario. Per il momento dalla Confederazione elvetica giungono reazioni estremamente prudenti e ponderate. Nulla di concreto è stato definitivamente deciso e nulla è ancora entrato in vigore.

La sicurezza dei prodotti in cui sono investiti i fondi, dal canto suo, non dovrebbe giocare un ruolo decisivo nella scelta. Difatti, indipendentemente dal paese che li detiene (è più sicuro un titolo di stato svizzero in un deposito italiano o un titolo islandese o italiano in un deposito svizzero?), la qualità del prodotto finanziario ed il suo rating sono ininfluenti nella scelta di rimpatrio dei capitali giacenti su un conto estero.

Lo scudo fiscale italiano, edizione numero tre, è ormai già opeativo e lo sarà versomilmente fino al 15 dicembre 2009.. Sarà possibile rimpatriare e/o regolarizzare i capitali illegalmente detenuti all’estero. Un’idea del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, che  lo aveva già applicato in passato con alterni successi.
Rispetto alle precedenti edizioni, comunque, lo scudo 2009 prevede un’aliquota più elevata, pari al 5% del valore «scudato»: comunque sensibilmente inferiore a quelle previste nei provvedimenti di altri Paesi, come gli Stati Uniti o la Germania.

A differenza degli scudi precedenti, quello attuale non garantisce l'anonimato assoluto del suo autore. La circolare 49/E del 10 ottobre 2009 dell-agenzia delle entrate italiana, precisa e distingue infatti tra la procedura di regolarizzazione e la procedura di rimpatrio.  La sanatoria è consentita a condizione che le attività siano rimpatriate in Italia da Paesi extra UE, ovvero regolarizzate o rimpatriate perché si trovano in Paesi dell’Unione europea ed in Paesi aderenti allo spazio economico europeo che garantiscono un effettivo scambio di informazioni fiscali in via amministrativa. Per Gran Bretagna e Lussemburgo, che appartengono all’Unione europea, vale quindi l’opzione regolarizzazione. Chi, invece, ha esportato capitali in Svizzera, Paese che non aderisce allo spazio economico europeo, dovrà necessariamente rimpatriare le attività. L’obbligo di riportare giuridicamente i capitali in Italia vale anche per le attività detenute in quei Paesi che rientrano nello spazio economico europeo ma non garantiscono l’effettivo scambio di informazioni fiscali, come il Liechtenstein o l’Andorra. Tuttavia, se questi Paesi aprissero alla cooperazione internazionale con lo scambio di informazioni fiscali varrebbe anche per loro la possibilità della sola regolarizzazione. La stessa circolare sopra menzionata precisa che il rimpatrio si considera eseguito  nel momento in cui l'intermediario abilitato  assume formalmente in custodia, deposito, amministrazione o gestione il denaro e/o le attività finanziarie estere, anche senza procedere al trasferimento fisico delle stesse sul territorio italiano.

I capitali e le attività finanziarie detenute illegalmente in Svizzera, possono essere sanate esclusivamente attraverso il rimpatrio. Per essi non è permessa la semplice regolarizzazione. La regolarizzazione, infatti, è  preclusa per le attività detenute in Paesi extra UE. Anche i capitali detenuti in Liechtenstein, per poter usufruire dell'emersione, devono essere rimpatriati. Il Liechtenstein, infatti, fa parte dello spazio economico europeo (See) ma con esso non e' praticabile l'effettivo scambio di informazioni. La regolarizzazione (oltre che all'opzione rimpatrio) invece, è consentita per i capitali dalla Norvegia e dall'Islanda, Paesi che rientrano nello spazio economico europeo e con i quali e' possibile lo scambio di informazioni.

Ci sono banche elvetiche che mettono a disposizione la loro rete di promotori finanziari e di private banker, altre dispongono di una vera e propria squadra o team dedicato allo scudo fiscale nel quale vi sono competenze legali, fiscali, finanziarie,  e ovviamente fiduciarie indispensabili per chi intende gestire con la massima professionalità il rimpatrio delle attività detenute in Svizzera. Una volta deciso di utilizzare lo scudo fiscale, andrà compilato e firmato un apposito modulo, chiamato dichiarazione riservata, con il quale   si formalizza la volontà di sanare la propria posizione con il Fisco italiano.

In tal modo, quindi, ci si mette al riparo dal pagamento delle sanzioni che verrebbero applicate dallo Stato italiano per non aver dichiarato il trasferimento e la relativa detenzione all'estero di conti correnti, gestioni patrimoniali, fondi comuni d'investimento, polizze assicurative, gioielli, opere d'arte e naturalmente immobili.

Le attività scudate, siano esse rimaste all'estero (ma appunto dichiarate al Fisco) o effettivamente riportate in Italia, potranno poi essere utilizzate senza alcuna limitazione o timore di varia natura.

Attenzione però a non pensare che sia tutto rosa e fiori: per chi ha deciso di comprare un immobile all'estero, lo ha affittato e non l'ha detto al Fisco (e quindi non ha pagato delle imposte dovute) occorre prestare attenzione al luogo in cui il bene si trova prima di decidere se fare lo scudo fiscale; chi ha comprato all'estero opere d'arte non contemporanee e intende, con lo scudo, riportarle in Italia, deve ricordarsi che potrebbe esserci l'obbligo di effettuare una notifica al Ministero per i beni culturali e che andrà soprattutto trovato un luogo dove custodire adeguatamente l'opera; avere capitali (e non averli dichiarati al Fisco) in un Paese Europeo o dello Spazio Economico europeo (Austria; Belgio; Bulgaria; Cipro; Danimarca; Estonia; Finlandia; Francia; Germania; Grecia; Irlanda; Italia; Islanda; Lettonia; Lituania; Lussemburgo; Malta; Norvegia; Paesi Bassi; Polonia; Portogallo; Regno Unito; Repubblica Ceca; Romania; Slovacchia; Slovenia; Spagna; Svezia; Ungheria) o non Europeo (per esempio in Svizzera, a San Marino o a Monaco) implica alcune importanti differenze per chi intende utilizzare lo scudo fiscale.

Per chi vuole utilizzare lo Scudo Fiscale ma teme di vedersi aggredire i beni da creditori o eredi, dovrà in ogni caso optare per una soluzione tale che lo protegga da ogni sorta di attacco in questo senso.

Si ricorda che il  rimpatrio costa il 5% dell’ammontare rimpatriato, ragione per cui occorre valutare se il santo valga la candela. Se un cliente italiano detiene in Svizzera un conto per un ammontare, ad esempio, di 1'000.000 euro, per calcolare l'imposta  da versare per lo scudo occorre procedere al seguente calcolo: 1'000.000 x 5 x 2% x 50% = 50'000 euro.

In definitiva il cliente  dovrà versare un'imposta straordinaria pari a 50'000 euro.

Capire se e come utilizzare lo scudo fiscale, non è per nulla facile, ragione per cui è veramente importante affidarsi a professionisti in grado di consigliare al meglio la clientela. E' pacifico he le banche elvetiche faranno di tutto per impedire e/o sconsigliare la clientela italiana e straniera dal rimpatriare il denaro in Italia.

La Miralux Fiduciaria Sagl, non ha interessi particolari per far sì che la clientela italiana continui a detenere averi in banche elvetiche, ragione per cui possiamo consigliare il cliente italiano senza pregiudizi o interessi occulti. Noi non siamo una banca e non ci occupiamo di gestioni patrimoniali, ragione per cui non abbiamo interessi personali in gioco.

Forniamo quindi tutta la consulenza e l'assistenza più oggettivamente possibile per aiutare il cliente nelle sue scelte. Se avete quindi bisogno di un consiglio, siamo ben volentieri a vostra disposizione.